L’antipasto è squisito. Lorenzo Sonego ha vinto il Sardegna Open (ATP 250) inaugurando una stagione rossa di tennis italiano che da oggi si schiera a Montecarlo, sulla terra di Fognini campione in carica.

E se Fabio è l’elogio della follia, fatta d’un tennis scenografico e carnale, Sonego è invece il simbolo di una classe operaia che va in paradiso, di un lavoratore delle corde che ha incontrato Gipo Arbino nella sua fabbrica del tennis: un maestro fiero con la pipa in bocca e la pelle brasata sui campi di terra.

Così Sonego ha imparato a vincere partite infinite – lottate punto a punto con le regole della mente, a immagine e somiglianza d’un tie-break – perché in lui il maestro Gipo ha coltivato l’arte dei punti focali.

 

Da quando Sonego lo scorso ottobre ha disputato gli ottavi di finale del Roland Garros, sappiamo di avere un campione semplice e grande interprete della terra rossa – che a Cagliari ha vinto con Andrea Vavassori anche il torneo di doppio da oggi è best ranking al numero 28 ATP – vicino al talento innato di Jannik Sinner, allo stile elegante di Lorenzo Musetti, alla potenza di Matteo Berrettini – che oggi compie 25 anni – e alla classe veterana di Fabio Fognini.

E Montecarlo sarà già una prova del nove per altrettanti bravissimi tennisti nostrani.